Il 19 Dicembre 2018, entra in vigore il nuovo regolamento che disciplina la denominazione di «panificio», di «pane fresco» e l’adozione della dicitura «pane conservato». Una netta differenziazione, in etichettatura, tra prodotto “fresco” e prodotto “conservato” che tutela il consumatore permettendogli il controllo e la scelta del pane, preparato secondo un processo di produzione continuatrivo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento o surgelazione, ad eccezione del rallentamento del processo di lievitazione, privo di additivi conservanti e di altri trattamenti aventi effetto conservante.
La normativa favorisce inoltre il mercato del pane fresco relativamente ai piccoli panifici artigianali e arreca un’importante svolta per le piccole imprese che distibuiscono pane locale. Un traguardo importante, raggiunto dalla Fiesa Assopanificatori Abruzzo e Molise anche se si ritiene che la legge sulla panificazione sia ancora più urgente.
La norma penalizza tutte le imprese che, per il completo processo produttivo del pane (dalla lavorazione della materia prima fino al prodotto finito e pronto per il consumatore) non operano secondo i criteri previsti.
Vinceslao Ruccolo, presidente della Fiesa Assopanificatori Abruzzo e Molise, sottolinea inoltre che la normativa chiarisce il concetto di “panificio” quale “mpresa che dispone di impianti di produzione di pane, ed eventualmente altri prodotti da forno e affini e che svolge l’intero ciclo produttivo: dalla lavorazione – a partire dalle materie prime – fino alla cottura finale.
La norma prevde altresì l’obbligo chedurante la sua preparazione o nell’arco del processo produttivo, il pane per il quale è previsto e impiegato un metodo di conservazione debba essere esposto per la vendita in scomparti appositamente riservati.
QUI il documento ufficiale registrato alla Corte dei conti il 12 novembre 2018 – Ufficio controllo atti MISE e MIPAAF, reg.ne prev. n. 813.
