Avete mai pensato che ogni volta che impastiamo un pane simuliamo la nascita della Terra?
Eppure, vi sono importanti parallelismi e analogie, a partire dalle origini della vita sulla Terra e come essa domina e/o ha dominato la nostra esistenza. La frase “il Pane quotidiano è vita” assume dunque un significato assai profondo che sfocia in quella visione imprescindibile e “universale” delle cose. Per poter comprendere meglio il motivo che mi ha spinta a scrivere in merito a questa analogia Terra-Pane vi esorto ad immaginare uno scenario più ampio senza il quale, il panificatore, fatica a comprendere l’arte bianca nella sua interezza compresa la meravigliosa storia che accompagna la vita, fulcro principale dei nostri impasti. Faremo pertanto, un viaggio affascinante che, stranamente, contemplando e abbracciando diverse discipline storiche e geografiche, ci condurrà all’odierno Pane quotidiano.
Le origini della Terra
La Terra ebbe origine 13.700 miliardi di anni fa e, secondo diverse teorie scientifiche, grazie o causa di un’ampia espansione cosmica denominata Big Bang.
Nel 1980 Alan Guth, fisico e cosmologo statunitense, ipotizzò che “l’universo primordiale subì un’espansione, a partire da un volume iniziale infinitesimamente piccolo, tanto piccolo, da permettere a tutte le particelle di normalizzare la loro temperatura”.
Secondo la sua teoria infatti, l’espansione cosmica, avvenne ad una velocità superiore a quella della luce, oltre il limite di velocità delle onde elettromagnetiche (contemplate nella teoria dell’inflazione cosmica) e infine, in base a quattro forze naturali:
- la forza nucleare debole
- la forza elettromagnetica
- la forza di gravità
- la forza nucleare forte
La fusione di queste forze generò – sempre secondo Guth – un’unica sola forza cosmica superiore, che “diede vita” al Big Bang.
(se si vuole approfondire: “The Big Bang | Science Mission Directorate” )
Il 3 giugno 2001, per avallare questa teoria, la Nasa propose una missione di lancio attraverso il WMAP, un satellite in grado di rilevare l’età della Terra, la sua velocità di espansione, la sua forma e la sua composizione. L’evoluzione tecnologica diede una svolta eclatante per porre fine alle incertezze derivanti dalle numerose teorie fin lì sostenute, dibattute peraltro, da onorevoli scienziati, affascinati da questo fenomeno fin da tempi remoti. L’assenza di strumentazioni di rilevazione, utili ad avvallare quelle geniali intuizioni, ha rappresentato per gli individui un grosso limite poiché, per secoli, prima di quel momento storico, ogni teoria era puramente “una miscela astratta” che per molti, tra l’altro, rasentava il limite della folle idea mitologica. Il satellite utilizzato dalla Nasa ha invece rivoluzionato il mondo della ricerca, dimostrando con precisione quanto accaduto e perché.
Un miliardo di anni dopo il Big Bang, le galassie assunsero finalmente “forma”, raggiungendo la sfera della “cognizione” umana. Oggi sappiamo dunque che esse sono composte principalmente da elio, azoto, carbonio e ossigeno.
(Approfondimenti: Inflation and the New Era of High-Precision Cosmology – MIT Wilkinson Microwave Anisotropy Probe).
Probabilmente vi starete chiedendo cosa c’entri il Pane con tutto questo. Ebbene, le teorie che ruotano attorno alla panificazione abbracciano discipline e leggi come fisica, chimica relazionale, termodinamica e così via. Questa sorta di filo conduttore tra teoria e pratica quotidiana, è quanto ho sempre pensato fosse necessario per poter dire, quando si esegue qualunque attività: ok non sono a corto di informazioni. E’ così che intendo proseguire questo percorso, per coloro che, senza annoiarsi troppo, vorranno proseguire nella lettura del mio personale viaggio e stesura del testo, scritto interrogandomi circa la mia e l’altrui modalità di approccio alla panificazione.
L’interrogazione programmatica personale mi ha consentito di prendere atto che il materiale a nostra disposizione è molto difficile da reperire. Ognuno di noi affronta la panificazione in modo soggettivo e spesso anche privo di metodo. Molti partono dalla fine per poi andare a ritroso e, per esperienza personale, non è così che dovrebbe funzionare perché si fa più fatica. A scuola ci insegnano prima le lettere dell’alfabeto, parallelamente, ci sottopongono all’impatto visivo dell’intera parola e immagine e solo dopo, con lo studio, iniziamo a leggere.
La filosofia kantiana (Philosophy Of Kant) ovvero, l’approccio che risponde alla critica della “ragion pura”, della “ragion pratica” e del “giudizio”, rientra nell’esigenza di un panificatore quanto in quella di un artista, di un pittore, musicista, grafico, elettrotecnico elettrauto, operatore ecologico e così via. Sensibilità (percezione sensoriale), intelletto (analisi cognitive) e ragione (giudizio individuale) per arrivare al traguardo.
Mi viene in mente una frase: Il lavoro nobilita l’uomo, espressione proverbiale attribuita all’inglese Charles Darwin, cui, assieme ad Alfred Russell Wallace si deve l’elaborazione della teoria dell’evoluzione. A questa però aggiungo io che il lavoro nobilita l’uomo sempre che l’uomo sia nobile d’animo e in pace on la sua coscienza.
Molti docenti di panificazione, a mio modesto parere, per quanto bravi nella pratica, mancano di metodo nell’insegnamento di questa complessa materia. Inoltre mancano di conoscenza e di approfondimento. Non è piacevole dover dire questo ma da allieva, mi sarebbe piaciuto poter scegliere un docente che mi parlasse del Pane, della sua storia, del perché di certe affermazioni o confronti, del perché di tante teorie spesso anche sbagliate, di come poter superare le mie difficoltà senza problemi. Questo fa un MAESTRO e invece, purtroppo per me non è così. Da insegnante di musica, so bene che anche l’insegnamento è un’arte e non ci si può approcciare a materie complesse con il criterio: vedo un risultato e quello voglio raggiungere, indipendentemente dal resto. Un risultato lo si ottiene con lo studio e la dedizione altrimenti sarà sempre un risultato a metà.
L’opera di Kant si fonda proprio sulla dottrina degli elementi a disposizione e del metodo, nonché, della soggettività individualista che poi, solo dopo, diventa “legge universale”. La ragione, governa e dirige la conoscenza e l’azione umana e, poiché la soggettività è relativa e non assoluta, essa diviene suscettibile al paralogismo individuale dove esiste sempre la probabilità che ciò che viene trasferito agli altri non risponde a verità. Nessuno scienziato al mondo è mai stato assolutista né potrebbe esserlo, figuriamoci se, in questo campo, possiamo esserlo noi. Tuttavia, ognuno conservi individualmente quanto il suo stesso intelletto gli consente di conservare e attraverso la pratica, la teoria e la ragione, potrà raggiungere quella concezione dell’esperienza, spesso dettata dall’istinto e/o dalla “ragione”.
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