Con questa nuova stagione autunnale, introduco una nuova sezione dedicata al Pane e alle analogie che, man mano che proseguivo nella scrittura del mio libro, tratto da approfondimenti personali, ho messo insieme. Come alcuni ricorderanno, l’intenzione iniziale era quella di scrivere un libro cartaceo ma poi, ragionando, mi sono chiesta perché mai pubblicare su carta quando, nell’era della digitalizzazione, ho la possibilità di ampliare e modificare i contenuti? Ciò che viene stampato ad inchiostro, come tutti i documenti cartacei, resta “ibrido” e privo di possibilità di miglioramenti futuri e questo non si addice ad una persona come me, sempre alla ricerca di contenuti “freschi” che incuriosiscano soprattutto i lettori che, a loro volta, desiderano rimanere aggiornati. Il pensiero e le azioni degli individui, per fortuna, non sono statici e le persone si evolvono per cui, nella variabilità dei gesti, dei pensieri, dei sentimenti, delle azioni e dello stato d’animo umano, preferisco offrire un contenuto variabile nel tempo e nei luoghi.
Per questa e per altre numerose ragioni che non sto qui ad esplicitare nel dettaglio, il “libro” cartaceo che avevo deciso di pubblicare con tanto di foto di copertina (progetto nato nel 2018 e intitolato “Mollica di Pane”), diviene una sorta di racconto/appuntamento “con e per” tutti coloro che stimano il mio operato e che desiderano continuare a seguirmi nel bellissimo viaggio virtuale che ogni volta, quando mi immergo nell’ampliamento della conoscenza in merito alle meraviglie legate alla panificazione, condivido per iscritto qui, nel mio spazio personale dedicato al Pane. Ovviamente, collegamenti, ragionamenti e/o discipline ad essa collegati, saranno parte di questo percorso per il quale non mi resta che augurarvi buona lettura.
Vi propongo una splendida frase, tratta da una poesia del paesologo Franco Arminio che ho trovato molto significativa e attuale, vista la complicata era che stiamo vivendo tutti:
“Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, di gente che sa fare il Pane, di coloro che amano gli alberi e sanno riconoscere il vento”.
Il nostro “virtual journey” avrà inizio a partire da questa settimana pertanto, nel darvi appuntamento al prossimo articolo di “Mollica di Pane”, desidero rendere pubblico un preludio così intitolato:
Il Pane è vita
Le ancestrali radici del Pane hanno attraversato il fuoco, l’acqua, l’ossigeno e la materia. Scrigno pregiato di un patrimonio mondiale, il Pane rappresenta il “cibo d’eccellenza” di ogni popolo.
Frutto di un tesoro inestimabile, “oro” prezioso del mondo esso rappresenta anche un’eccellente fonte di energia vitale, mentale e spirituale.
Il Pane è l’emblematica espressione di un linguaggio unicamente “percettivo” e universale. La sua “essenza” si propaga attraverso lo spazio temporale, a testimonianza della “vita” , imposta dalla natura, per ignota ragione.
Nel terreno che trattiene gelosamente il seme, affiorano glume scariose che trattengono spighe dorate, come il sole d’estate.
Le cariossidi, effigiate a decoro sulla crosta ambrata, simboleggiano il laborioso lavoro dell’uomo nei campi.
Al cuore, una soffice mollica spugnosa, di colore avorio-giallo, contempla una fitta rete, magistralmente intrecciata dalla natura a nido d’ape che rammenta un pizzo di elevato prestigio, incordato con cura e precisione da mani esperte, sapienti.
Il Pane contempla epici trascorsi, linguaggi trasversali, scoperte singolari e rivelatrici.
“Perle terrene” gelosamente custodite nel tempo, ci rendono depositari di un’arte millenaria, impreziosita dalla testimonianza di pregevoli e artificiosi tesori funzionali, appartenuti all’uomo preistorico, dal quale abbiamo ereditato il grande, eterno e affascinante miracolo della natura.
Bacia il Pane, chiudi gli occhi e con il capo chino in segno di rispetto, pronuncia sempre la parola: grazie!
(Patrizia Nofi)
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