Louis Pasteur nacque a Dole, Giura, in Francia, il 27 dicembre 1822, e morì vicino a Saint-Cloud, il 28 settembre 1895. Il suo interesse per la scienza, e specialmente per la chimica, si sviluppò ben presto.
All’età di ventisei anni era già professore di scienze fisiche a Digione. Le posizioni accademiche più importanti da lui detenute in seguito, furono quelle di professore di chimica a Strasburgo (1849); decano della facoltà di scienze di Lille (1854); direttore scientifico dell’Ecole Normale Superieure, Parigi (1857) e professore di geologia, fisica e chimica all’Ecole des Beaux Arts; Professore di chimica alla Sorbona (1867). Dopo il 1875 proseguì le sue ricerche all’Istituto Pasteur. Membro dell’Istituto, ha ricevuto molte onorificenze da società scientifiche in tutto il mondo.
Per quanto riguarda il numero e l’importanza, sia pratica che scientifica, delle sue scoperte, L. Pasteur non ha praticamente rivali nella storia della scienza. Può essere considerato il fondatore della moderna chimica. La sua più importante scoperta vede protagonisti gli organismi viventi nel campo della fermentazione, determinanti in tutta la moderna teoria del trattamento antisettico e padre della pastorizzazione (tecnica che ne eredita il nome). Le sue indagini sulle patologie della birra e del vino; sulla Pebrina,malattia che colpisce i bachi da seta; sul Bacillus anthracis, studi di immensa importanza commerciale, hanno condotto a conclusioni rivoluzionarie in merito alla fisiologia patologica e alla conseguente terapia risolutiva. Con i suoi studi sulla coltura dei batteri e l’attenuazione della virulenza, estese ampiamente la pratica dell’inoculazione apportando benefici.
“Sono convinto di aver trovato una soluzione precisa e pratica dell’arduo problema che ho proposto a me stesso – quello di originare un processo di fabbricazione, indipendentemente dalla stagione e dalla località, che dovrebbe ovviare alla necessità di ricorrere a costosi metodi di raffreddamento, impiegato nei processi esistenti. Al contempo, il sistema garantisce la conservazione dei “suoi” prodotti per un periodo di tempo illimitato.
Questi nuovi studi si basano sugli stessi principi che mi hanno guidato nelle ricerche sul vino, l’aceto e la malattia del baco da seta – principi le cui applicazioni non hanno limiti. L’eziologia delle malattie contagiose può, forse, ricevere da loro una luce inaspettata e non ho bisogno di azzardare previsioni circa i vantaggi che potrebbero derivare all’industria birraria dall’adozione di un tale processo di birrificazione. Il mio studio sull’argomento mi ha permesso di elaborare un metodo sul quale questo processo si fonda. Il tempo è il miglior estimatore del lavoro scientifico e non ignoro che una scoperta industriale, raramente produce i suoi frutti nelle mani del suo primo inventore.
Ho iniziato le mie ricerche a Clermont-Ferrand, in laboratorio, e con l’aiuto del mio amico M. Duclaux, professore di chimica presso la Facoltà di Scienze di quella città. Li ho proseguiti a Parigi, e successivamente al grande birrificio di Tourtel Brothers, a Tantonville, che è stato riconosciuto come il primo di Francia. Ringrazio di cuore questi gentiluomini per la loro estrema gentilezza e rivolgo un tributo pubblico di gratitudine a M. Kuhn, abile birraio di Chamalières, vicino a Clermont-Ferrand, a M. Velten di Marsiglia e a MM. de Tassigny, di Reims i quali, hanno messo a mia disposizione i loro stabilimenti e i loro prodotti, con il più lodevole entusiasmo”.
L. PASTEUR.
Parigi, 1 giugno 1879.
Fonte: https://biotech.law.lsu.edu