Chi si avvicina alla panificazione prima o poi si chiede quale impastatrice scegliere per i propri impasti.
E’ vero che per il pane se ne può fare anche a meno e che è meraviglioso e terapeutico manipolare gli impasti ma è pur vero che per certi prodotti, è un validissimo aiuto (un grande lievitato come panettone o pandoro per esempio). Personalmente io ho acquistato quella che vedete in foto che ormai ha quasi tre anni, super accessoriata poiché non mi limito solo a panificare ma amo anche molto preparare della buona pasta fatta in casa e mi diverto con le trafile.
Oggi come oggi, non tutti possono permettersi di spendere cifre elevate per una buona impastatrice professionale, che tra l’altro non consente null’altro che la realizzazione di prodotti lievitati da forno per cui la scelta deve basarsi su cosa prima di tutto ci interessa e successivamente, optare per un prodotto che consenta un buon compromesso qualità/prezzo.
In base alla tipologia di impasti che desideriamo realizzare la scelta è decisiva così come risulta decisivo il modello. Accessoriata? Non accessoriata? Qui già le cose si complicano. Scelgo un’impastatrice o una planetaria? Che differenza c’è tra le due?
Un’impastatrice la si trova di diverse tipologie (braccia tuffanti, spirale e forcella). Queste vengono per lo più utilizzate in ambito professionale anche se qualche amatoriale la spesa la compie, soprattutto se ha un forno a legna o capiente.
Personalmente ho avuto modo di utilizzare una spirale e devo dire che lavorare il pane con queste macchine, significa avere dei prodotti di sicura riuscita e qualitativamente eccezionali. In ambito domestico tuttavia, la planetaria è senza dubio quella più diffusa. Simpaticamente un mio conoscente pasticcere la chiama “monta-panna”.
La planetaria non ha grandi dimensioni e la si può tranquillamente “sfoggiare” sul ripiano della propria cucina.
A differenza delle impastatrici professionali ha un design decisamente più curato. Il suo utilizzo è semplice, i costi sono variabili e comunque, decisamente inferiori alle impastatrici professionali. Il movimento meccanico che il braccio esegue è di tipo planetario ovvero, oltre che girare su se stesso, compie anche un movimento in senso rotatorio attorno ad un punto fisso corrispondente al centro esatto della ciotola che ricorda per l’appunto il movimento dei pianeti. Da questo, il nome planetaria. Questa rotazione consente l’uniformità nella raccolta del contenuto presente nella boule, anche di quegli ingredienti che finiscono a contatto con le pareti di quest’ultima durante l’impastamento.
Acquistare una planetaria accessoriata significa avere un apparecchio assai versatile che, come dicevo prima, ci consente altri tipi di lavori in cucina. Chi ama pasticciare, dovrebbe optare per questa gamma di prodotto poiché non se ne pentirà di sicuro.
Di solito gli accessori in dotazione di una planetaria sono il gancio, la foglia e la frusta a filo. Li si cerchi possibilmente in acciaio altrimenti tendono a scurirsi o se rivestiti in plastica dura, a scrostarsi o addirittura a rompersi. I rivestiti con leghe speciali non possono di solito essere lavati in lavastoviglie e in tal caso non anneriscono.
Il gancio (o uncino) è utile alla lavorazione degli impasti che richiedono una certa energia per essere lavorati. La forma ad uncino e il movimento rotatorio fanno si che questo strumento possa impastare energicamente e in maniera continuativa. E’ infatti indicata la lavorazione degli impasti da pane, pasta fresca fatta in casa, pasta frolla oppure pasta brisèe.
La Frusta K (o anche chiamata foglia) è la componente più importante per impastare. Sostituisce l’impasto manuale dato dalla spatola o dal cucchiaio in legno e il suo compito è quello di amalgamare perfettamente gli ingredienti. Utile alla lavorazione di impasti morbidi (torte morbide, preparazioni soffici, emulsioni, miscelazioni di uova e farine dalla consistenza più compatta e in cui lo sforzo di lavorazione non risulti troppo leggero ma nemmeno eccessivo.
La frusta a filo si compone di fili d’acciaio abbastanza morbidi e sottili. E’ ideale per montare la panna o gonfiare d’aria un composto quale potrebbe essere il pan di spagna. Difatti, è adatta ad impasti poco densi e/o dalla consistenza spumosa ottenuti da albumi montati a neve, uova sbattute con lo zucchero, panna montata, meringhe ecc., per tutte quelle miscele in cui lo sforzo di lavorazione sarebbe minimo ma che di contro richiederebbero tempistiche elevate.
Oltre a questi accessori ve ne sono altri opzionali che ampliano senz’altro gli orizzonti di utilizzo e permettono di semplificare molte attività come frullare, tritare la carne e trafilare la pasta (come nel mio caso), sfogliare e grattugiare. A quel punto avrete in casa un accessorio completo che non sarà solo utile a fare il pane o la pizza.
Un altro importantissimo fattore è la potenza motore che può variare a seconda di dove è posizionato. Se desiderate fare anche il pane e non solo avere un robot multifunzione, scegliete un motore che abbia non meno di 1200 watt di potenza (o superiori) a presa diretta, ovvero posizionato in testa e non nel retro del braccio impastatore (potenza indiretta). Quando si ha a che fare con impasti duri, la macchina va notevolmente sotto sforzo e se non ha un buon motore in testa non reggerà lo sforzo, surriscalderà molto gli impasti e sarà tutto fuorché un “energico” aiuto per i vostri impasti.
Alcuni modelli (la mia ce l’ha) hanno la funzione di spegnimento automatico se rilevano il surriscaldamento del motore. Trovo questa funzione utilissima, soprattutto per chi non ha dimestichezza con i tempi di impastamento (legati soprattutto al tempo di stabilità delle farine). Può accadere infatti che inizialmente si tenda a prolungarli oltre il dovuto per cui suggerisco di guardare che abbi questa funzione perché a me è successo e per fortuna la macchina si è spenta.
Le velocità sono variabili da macchina a macchina, generalmente si hanno dalle 5 alle 6 velocità oppure delle manopole che man mano che vengono ruotate aumentano gradatamente e senza scatti. In prima velocità dovrebbero girare piuttosto lentamente e ad alta velocità devono poter restare stabili e ben piantate altrimenti dovrete correre loro dietro o rischiano di cadere. Il braccio, in alcune macchine tende muoversi poiché non è un tutt’uno con il corpo macchina.
Chiaramente, prestazioni elevate corrispondono a fasce di prezzo un poco più elevate ma non è detto. Oggi ci si trovano degli ottimi compromessi anche se nessun modello è privo i difetto poiché ripeto, le impastatrici professionali sono ben altre ma, onore al merito di chi si è adoperato per raggiungere anche il consumatore amatoriale.
Ultima ma non meno importante è la capacità ed effettiva portata della ciotola dell’impastatrice o della planetaria ovvero la quantità di impasto che riesce a contenere. L’attenzione va rivolta alla capacità della ciotola espressa in litri che corrisponderà alla possibilità/capacità di contenere tutti gli ingredienti previsti nella ricetta. La capacità delle impastatrici planetarie casalinghe viene solitamente espressa in litri. Le ciotole oscillano da un minimo di circa 500/600 g a massimo a 2 kg circa. Non pensiate che le impastatrici di fascia di prezzo più elevata corrispondano anche a quelle con i contenitori più capienti e viceversa. Sul prezzo finale comunque vanno ad incidere i materiali utilizzati, le funzioni disponibili e gli accessori previsti in dotazione. Alcune hanno perfino il timer che può essere impostato o il visore digitale che controlla quanto tempo la macchina ha impastato.
Per concludere, la domanda che dovrete porvi è: cosa desidero io da una macchina per impasti?
Questa recensione è frutto di una mia iniziativa personale E’ solo il prodotto che io ho acquistato e posseggo in casa per cui mi sento autorizzata ad utilizzare le foto.
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