Queste ciambelle al vino Moscato di Terracina sono il frutto di una ricetta che viene tramandata dia generazione in generazione e che solitamente veniva preparata durante le feste natalizie a casa di mia zia a Terracina, il paese di mio padre.
Non ne conosco la provenienza originale ma ricordo bene quando io e mia cugina ci recavamo presso la cantina dove ci rifornivamo, con il fiaschetto di vino da riempire di quel Moscato all’epoca ancora sconosciuto che solo negli anni a venire ci ha stupiti divenendo un vino pluripremiato e di pregio.
Ne ha fatta di strada quell’uva dagli acini tondeggianti, piccoli e dal colore giallo paglierino dai riflessi dorati che ero solita mangiare a tavola o cogliere presso uno dei vitigni presso il podere di mia nonna e che oggi, a Latina dove abito, non si trova se non sotto forma di vino imbottigliato e ben riposto ed esposto tra bottiglie di vini pregiati e di grande spessore.
Tra i miei ricordi, il profumo di quelle vecchie cantine trasandate e buie, colme di damigiane gigantesche; il vinaio che con grande maestria ci riempiva il fiaschetto aspirando con la bocca un tubo di plastica verde che poi posizionava nella “gola” del nostro fiaschetto facendo scendere il vino senza che ne venisse sprecata neanche una goccia; ricordo vivamente il forte effluvio emanato in quel luogo grezzo che però ti inebriava solo respirandolo a pieni polmoni e ricordo come io e mia cugina uscendo da quella cantina eravamo felici di correre verso casa con l’idea che presto avremmo di nuovo assaporato le deliziose ciambelle ricoperte di zucchero e dal sapore unico e speciale. Bastava davvero poco per gioire delle piccole cose che la vita ci offriva…
Ho voluto provare a rievocare i miei “dolci” ricordi d’infanzia utilizzando proprio il Moscato di Terracina perché nessun altro vino potrebbe restituirmi quel sapore antico della mia infanzia. Vi propongo dunque la ricetta che è stata tramandata a me sperando che possiate portare in tavola un pezzo della mia terra adottiva.
Ingredienti
- 500 g di farina di tipo 00 o semi integrale di tipo 1
- 120 g di olio evo o di semi di girasole
- 165 g di vino Moscato di Terracina o passito di Pantelleria
- 110 g di zucchero semolato + quello per il decoro
- Semi di anice a piacere (circa mezzo bicchiere)
Procedimento
Sulla spianatoia o in una terrina, versare la farina a fontana. Al centro inserire il resto degli ingredienti (l’olio per ultimo) fino ad ottenere un impasto omogeneo, sodo ma non troppo. Formare una sfera e lasciarla riposare almeno un’ora avvolta nella pellicola per alimenti )(se passa più tempo non succede nulla). Regolate la consistenza dell’impasto giocando sul vino e/o sulla farina poiché l’assorbimento cambia da farina a farina.
Preparate la leccarda ricoprendola con carta da forno.
Tagliare la pasta in parti piuttosto uguali e formare con ogni parte, dei tubolari che poi unirete per dare la forma di una ciambella. Intagliatele estremità con un piccolo coltello affilato o con delle forbici, se volete dare una forma più rustica, tipica della presentazione che danno a Terracina ma potete anche non incidere se le preferite esteticamente intere.
Passate l’estremità superiore in una terrina dove avrete messo dello zucchero semolato e disponetele sulla leccarda precedentemente preparata ad accoglierle. Non vi preoccupate di distanziarle poiché non lieviteranno in quanto, come avete visto, negli ingredienti non vi è lievito. Qualcuno in varie zone d’Italia usa mettere una bustina di lievito per dolci o del bicarbonato assieme a cremor tartaro tutavia io preferisco non mettere nulla per lasciar trapelare al gusto la rusticità tipica delle ciambelline di Terracina che ho sempre mangiato e/o comprato nei forni. Una volta i forni preparavano prodotti genuini adesso preferisco sapere di farle con le mie mani.
Preriscaldate a questo punto il forno a 170/180°C e cuocete le ciambelle fino a quando non risultano ben dorate (circa 30/40 minuti totali).
Inizialmente sembreranno molli ma più si raffreddano e più divengono croccanti e friabili. Lasciatele quindi raffreddare su una gratella e poi servite assieme ad un generoso bicchiere di Moscato terracinese 😉
Si conservano per parecchi giorni in una scatola di latta o nei classici porta biscotti con coperchio. Sono davvero buone!
A Terracina si usa farle nel periodo natalizio ma anche durante rinfreschi per matrimoni, battesimi, cresime e compleanni.
Buon lavoro!